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Agenti sbiancanti Per sbiancamento dentale s'intende ogni trattamento che fa diventare i denti più bianchi rispetto alla situazione pre-trattamento. I denti infatti possono venire sbiancati in due modi, uno meccanico e uno con sostanze decoloranti Il metodo meccanico è basato sull'azione fisica di alcuni prodotti (es. pomice, bicarbonato) che agiscono per abrasione rimuovendo direttamente le macchie sui denti. Queste sostanze possono essere contenute ad esempio nei dentifrici sbiancanti. Anche il medico dentista può utilizza questo metodo quando durante la seduta di igiene dentale usa uno strumento ultrasonico, che vibrando elimina il tartaro e alcune macchie. Inoltre lo usa alla fine della seduta di igiene orale quando, attraverso la rotazione ad elevata velocità di una particolare gomma, lucida i denti con una pasta contenente appunto un materiale con una determinata granulometria.
Gli svantaggi di questo metodo sono: - vengono rimosse solo le macchie estrinseche dei denti, quelle cioè sulla superficie esterna del dente - effettuato con strumenti manuali (ad es. spazzolamento) richiede molto tempo e comunque si rimuovono solo piccole discolorazioni - se usato impropriamente può essere aggressivo nei confronti dello smalto provocandone l'abrasione. E' comunque necessario prima dello sbiancamento con metodo chimico, in quanto solo meccanicamente si possono togliere placca e tartaro.
Il metodo con sostanze decoloranti è basato sull'azione di prodotti con azione ossidante, i perossidi.
I perossidi, attraverso la loro azione ossidante, penetrano nello smalto del dente e eliminano anche le macchie intrinseche, quelle cioè all'interno del dente, in modo delicato e senza effetti collaterali. Vedi Approfondimento: meccanismi agenti sbiancanti. I perossidi inoltre riescono a modificare anche il colore naturale dei denti, rendendoli più bianchi rispetto al colore originario.
Gli svantaggi di questo metodo sono: - possibile sensibilità dentale variabile da persona a persona e da prodotto a prodotto, sempre reversibile entro 2-3 giorni dalla fine del trattamento e comunque controllabile dal medico dentista anche durante il corso del trattamento - sensibilità dentale elevata se sono presenti molte otturazioni sui denti a contatto col prodotto sbiancante. - possibile irritazione della mucosa gengivale se il prodotto sbiancante è usato impropriamente e è messo direttamente a contatto con la mucosa, anch'essa risolvibile completamente con la sospensione del trattamento, ma che provoca spiacevoli bruciori Per questo devono essere usati sotto la supervisione di un professionista che, dopo la visita, consiglia il metodo e la concentrazione di agente sbiancante più adeguata al singolo caso, in modo da evitare spiacevoli effetti collaterali.
Come fa il perossido di carbamide a sbiancare i denti? In soluzione acquosa il perossido di carbamide si scinde in perossido d'idrogeno e urea. Il perossido d'idrogeno, sostanza comunemente contenuta nell'acqua ossigenata, è il vero e proprio agente decolorante, perché liberando ossigeno attivo, che è capace di penetrare tra i prismi dello smalto, fino alla dentina, ossida le sostanze colorate qui presenti: scompone le complesse molecole di pigmento in molecole più semplici, incolori.
Le nostre nonne usavano elementi naturali per sbiancarsi i denti, come la buccia di limone o il bicarbonato da cucina sfregati sui denti. Attenzione: nonostante queste sostanze abbiano un effetto sbiancante limitato sono dannose per lo smalto in quanto acide (buccia di limone) e abrasive (bicarbonato), per cui per chi utilizza ancora questi metodi se ne consiglia l'uso al massimo 1 - 2 volte al mese per evitare di abradere lo smalto e di fare diventare sensibili e opachi i denti. |
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