Una devitalizzazione può fare pigmentare un dente?

Una devitalizzazione male eseguita può fare pigmentare un dente.

Quando una carie arriva alla polpa, che è il tessuto dove sono presenti i vasi e nervi, il dente va devitalizzato, cioè il tessuto pulpare viene rimosso e i canali radicolari vengono sagomati e otturati in modo da riempire lo spazio prima occupato dalla polpa.

Dopo la devitalizzazione, come dice la parola stessa, il dente non ha più la sua vitalità, rimangono solo i tessuti duri senza che vi sia più sensibilità (un dente devitalizzato non ha sente più il caldo, il freddo, il dolore….).

Un'altra causa di perdita di vitalità pulpare sono i traumi: forti colpi presi ad esempio sugli incisivi superiori a causa di cadute possono determinare la necrosi pulpare.

Un dente non vitale in alcuni casi può presentare un cambiamento di colore, virando verso lo scuro, che può provocare seri danni estetici, soprattutto se è nel gruppo dei denti anteriori.

Questo annerimento è causato da:

- emorragia pulpare, di solito dopo un trauma, che provoca la rottura dei vasi sanguigni presenti nella polpa dentaria e successiva diffusione dei globuli rossi nei tubuli dentinali.

- decomposizione del tessuto pulpare, di solito per trattamento endodontico incompleto o male eseguito, dove rimane all'interno del dente una parte di tessuto pulpare che si decompone formando numerosi prodotti di degradazione proteica pigmentati.

- medicamenti, cementi endodontici e materiali da otturazione, che contengono sostanze coloranti che in alcuni casi possono andare a diffondersi nella corona dentaria.

Dopo la diagnosi di morte pulpare, attraverso test clinici, è necessaria
una terapia endodontica per la pulizia dei residui necrotici della polpa (questa è infatti indispensabile per prevenire gli effetti a distanza provocati da un dente a polpa necrotica non trattato, come granulomi apicali e ascessi acuti).

Dopo una corretta terapia endodontica il dente con una procedura di sbiancamento dentale può essere riportato al suo naturale colore.

Per essere eliminate le colorazioni dei denti non vitali devono essere trattate con una particolare tecnica che prevedono l'inserimento dell'agente sbiancante all'interno del dente.

Questa tecnica è chiamata “walking bleach” e consiste nell'inserimento di prodotti sbiancanti a base di perossidi all'interno della camera pulpare, in grado di ossidare le sostanze cromogene. Il risultato estetico si ottiene generalmente con 2 – 5 sedute di sbiancamento.

 

Devitalizzazione di un dente

La devitalizzazione di un dente fa parte dell'endodonzia, che è quella parte dell'odontoiatria che tratta prevenzione, diagnosi e trattamento di malattie e lesioni della polpa dentale.

La devitalizzazione di un dente in termine tecnico è detta trattamento endodontico o cura canalare e consiste nella rimozione della polpa dentale (il nervo e i vasi sanguigni all'interno del dente) e dei batteri e delle tossine all'interno del canale radicolare (la radice). Il canale va inoltre disinfettato e sagomato e successivo riempimento con un materiale inerte, in modo da isolarlo per non fare più entrare batteri. Con questa tecnica si possono salvare anche denti molto danneggiati, che sarebbero stati destinati all'estrazione.
La polpa dentale è la parte del dente contiene i vasi sanguigni, il tessuto connettivo e nervoso (il nervo) e si trova nello spazio che è all'interno dente. La parte di dente visibile sopra la gengiva (la corona) contiene la camera pulpare mentre la restante parte della polpa di trova nella radice (canale radicolare) e attraverso l'apice del dente esce e si collega con i vasi e i nervi principali. Questo spazio virtuale che conteneva la polpa quando viene tolta la polpa diventa uno spazio reale, che deve essere riempito con un materiale inerte. Gli incisivi, i canini e i premolari (tranne il primo premolare superiore) hanno solitamente una radice mentre i molari hanno tre radici…è per questo che per devitalizzare un molare ci vuole tre volte il tempo impiegato per devitalizzare un incisivo…e anche il costo è tre volte maggiore…è come se fossero tre denti monoradicolati!

Quando un dente fa male significa che la carie, cioè dei batteri, stanno andando in profondità verso la polpa. La polpa cerca di reagire a questo insulto e cerca di formare una linea di difesa contro i batteri esterni portando al suo interno, attraverso i vasi sanguigni, le cellule di difesa dell'organismo, questo è il fenomeno della risposta infiammatoria. Questo arrivo maggiore di sangue per portare le cellule di difesa nei vasi all'interno della polpa fa si che questa aumenti di volume ed essendo la polpa racchiusa tra dei tessuti duri del dente non ha lo spazio per espandersi e per questo si sente dolore, spesso un dolore pulsante col ritmo del cuore (questo stato del dente si chiamo iperemia pulpare) Questo stato del dente è uno stato reversibile in quanto tolti i fattori irritativi (la carie) la polpa si disinfiamma, diminuisce di volume e il mal di denti scompare. La maggior parte delle volte però i batteri sono gia arrivati proprio all'interno della polpa in quanto l'organismo con il suo sistema immunitario non è riuscito a eliminarli e hanno lesionato in modo irreversibile la polpa (pulpite) provocandone la morte. La polpa morta è un insieme di batteri e tossine e anche se a volte il dente non fa più male (essendo morto il nervo) bisogna trattare il dente con una cura canalare per ripulire tutto e sigillare il dente con un materiale inerte, altrimenti si forma un'infiammazione alla punta della radice del dente (granuloma) che poi si può trasformare in un'ascesso che provoca gonfiore e un grande dolore e può causare un danno all'osso intorno fino a portare alla perdita del dente.

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